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C'e' un posto anche per me ?
Intervista ad un giovane
Luciano Rossi


curriculum


Ho incontrato Gianluca. Voleva un aiuto per aggiornare il suo curriculum di lavoro.
“Tempi duri, caro Gianluca, per trovar lavoro! Parlami un po' di te”
“Da due anni, dopo il diploma di perito meccanico, cerco lavoro senza successo. Ho però sempre lavorato. Precario, come operaio, anche in turni di notte. Un mese, tre o quattro mesi al massimo e alternando lavoro a corsi di specializzazione. Ho terminato il corso ai Salesiani sulle macchine a controllo numerico e sto per iniziare il corso sui programmi CAD-CAM, ma lavoro anche di sera come cameriere “a chiamata” a sei euro all'ora, diciotto euro per ogni chiamata!”

“Nonostante la tua malattia?”
“Sono passati più di sette anni dalla prima crisi di epilessia, improvvisa, senza sintomi. Persi conoscenza e, cadendo, mi feci male. Per fortuna ero a casa con i genitori. La corsa in ospedale, la paura del male, la preoccupazione sul viso di chi assisteva al mio risveglio intontito: un ricordo indelebile. Il medico, dopo crescenti dosaggi del farmaco, mise a punto la cura e velocemente le crisi diminuirono. Finita la scuola, le crisi diminuite ad una ogni dieci, dodici mesi, ho sopportato meglio gli effetti collaterali del farmaco. Cominciai così a cercare lavoro. I colloqui destavano speranza ed io ritenevo corretto rivelare il mio problema. Allora il selezionatore concludeva velocemente l'incontro, talora imbarazzato. Dopo i complimenti di persona, attendevo inutilmente di essere richiamato. Un incontro con l'associazione che aiuta i malati di epilessia è stato determinante per rendermi serenità e consapevolezza. Non è prevista però nel mio caso la concessione di categoria protetta né di invalidità. Smisi allora di accennare alla malattia e per fortuna la crisi non è mai arrivata nelle ore di lavoro. Temevo questo fatto, soprattutto nelle ore della notte, non potendo prevedere le reazioni dei compagni di lavoro o i possibili tentativi inesperti di rianimarmi, mentre i familiari sanno che fare ovviamente. Dovevo solo evitare situazioni che mi mettessero in pericolo subendo traumi nelle cadute.
“Grazie alle parole di malati che ne erano usciti, ho avuto modo di crescere, come malato, fino ad arrivare all'accettazione vera e propria. Sembra infatti che tutto ciò che è collegato a questa patologia, ma non è la sola, mette a disagio chi vi assiste casualmente, allontanandolo, come fosse il malato a procurarsi le crisi. Perché non succede quando un compagno arriva a scuola con un braccio rotto? Tutti lo consolano e lo circondano firmando il gesso e scherzando”

“Ed ora che stai facendo?”
“Insisto nella ricerca e continuo a studiare specializzandomi. Do anche lezioni ad uno studente di seconda media in materie scientifiche. Proprio ieri è venuto anche suo fratello e compagno di classe. Ha un anno in più poiché è stato bocciato ma è vispo come un grillo. E' arrivato con i suoi libri esclamando:<<C'è posto anche per me?>>. Certamente, gli ho risposto”

“E guadagni bene, più della paga di cameriere a chiamata?”
“Do lezioni gratuitamente il sabato pomeriggio. Il loro papà ha perso il lavoro”

Gianluca indossa lo zainetto dopo aver sistemato con cura il suo curriculum aggiornato.
Non temere Gianluca. Continua così. Sei un giovane determinato, intelligente e generoso. Gianluca avvia la bicicletta:“Grazie per il curriculum! Mi porterà fortuna”
Abbi Fede… e fiducia, in te e negli altri. Non sono tutti ma non sono pochi. Auguri!

Luciano Rossi

Questo racconto è stato anche pubblicato sul settimanale "Noi Brugherio"


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  5 maggio 2013